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La forza della voce. La radio, intramontabile.

29
Apr 2017

Quando ci è stato chiesto di scrivere questo articolo ci sono tremate un po’ le mani, chiedere a noi di parlare di radio è come chiedere ad un giovane calciatore di spiegare cosa significhi essere Lionel Messi.
Dobbiamo imparare ancora tantissimo (se non tutto) e dobbiamo anche avere il tempo necessario per rubare i segreti a chi fa questo mestiere da molti anni. Però qualcosa sulla radio la sappiamo: è giovane, è all’avanguardia, non morirà mai.

La storia della radio è una delle più interessanti del panorama dei mass media; è il frutto di numerosi studi ed esperimenti tenutisi a fine Ottocento, tra Maxwell che studiò il carattere ondulatorio della luce, dell’elettricità e del magnetismo, Hertz che riuscì a produrre le onde elettromagnetiche, sino ad arrivare alla nostra eccellenza italiana: Guglielmo Marconi, che elaborò un sistema di trasmissione senza fili a distanza.
Negli anni Venti iniziò a concretizzarsi l’idea di un contenuto informativo da potersi divulgare attraverso questo nuovo mezzo di comunicazione,  e perché no? Magari aggiungendo anche della musica per intrattenere gli ascoltatori.
La radio, da allora, non ha mai smesso di esistere nelle case e nelle auto di tutto il mondo, anzi a partire dagli anni ’60 il fenomeno si intensificò, portando sulle frequenze comuni molte radio pirata; la più famosa “Radio Caroline”, trasmetteva da una nave al largo delle coste dell’Essex, aggirando le leggi britanniche,  sfruttando oltremodo la libertà di pensiero e parola.

Ai nostri giorni ci sono tantissime radio, il numero è aumentato grazie anche al fenomeno delle web radio, che chiunque può aprire e gestire in libertà; la facilità dello sfruttare un angolo di internet sta favorendo la creatività, dando occasione a molti di provarci, di farsi sentire. L’unica difficoltà delle web radio al momento è la modalità di fruizione: o si è a casa con il pc acceso oppure serve un telefono che, in mobilità, consuma gb. Farlo in macchina è difficile, ma quando la tecnologia ovvierà queste difficoltà, potrebbero diventare un valido concorrente all’FM.

 Insomma la radio, oggi, è fatta per chiunque, per qualsiasi gusto e per qualsiasi taglio musicale.

Qual è l’occasione principale nella quale ascoltate la radio? Molto probabilmente starete pensando alla macchina, è vero, qualcuno la ascolta a casa oppure mentre corre, ma la compagnia migliore della radio è durante i lunghi viaggi: un mix composto da musica e parole, uno spaccato della società che si evolve, anche nel linguaggio.
Per fare radio, tutto sommato, servono due strumenti fondamentali: microfono e voce. La voce è tutto. E’ l’unico mezzo a disposizione di uno speaker per farsi capire, per trasmettere emozioni, suscitare sentimenti. Non ci sono telecamere, non ti vede nessuno (finché non hanno introdotto la radiovisione). Vieni giudicato per quello che dici, per come lo dici, non per come sei. Vi sarà sicuramente capitato di ascoltare uno speaker, tracciarne un identikit con la vostra fantasia, provando a immaginarne i lineamenti e aspetto fisico, salvo poi restare sorpresi la prima volta che vi è capitato di vederlo ripreso in televisione o sui numerosi social. Raramente il frutto della nostra immaginazione corrisponde alla realtà. Ed è forse questo il fascino della radio: ingannare la propria mente con immagini che noi stessi produciamo. Con l’arrivo della radiovisione il velo tra immaginazione e realtà è svanito.
La radio arriva prima di tutti, più lontano di tutti. E’ fonte inesauribile di informazioni chiare, dirette, istantanee.

Ci siamo ritrovati un po’ per caso in uno studio radiofonico e quello che nasce per gioco, divertimento, diventa anche una passione. Difficilmente ora potremmo farne a meno. A chi ci chiede qual è il bello di fare radio rispondiamo che può  anche andare male una giornata, si può avere qualsiasi pensiero per la testa, ma quando si indossano le cuffie e “…5 4 3 2 1 e accendi il microfono” tutto sparisce.
Rimani tu e chi ti ascolta. Al pubblico sottrai le tue preoccupazioni e offri musica e parole, canzoni e notizie. E’ una sorta di terapia quotidiana.

Potenzialmente in radio potrebbe esserci spazio per qualsiasi interesse, dall’astronomia al giardinaggio, dalla politica alle olimpiadi, dai film alla cucina. Nulla è vietato se trovi un pubblico che ti segue o, ancora meglio, che si affeziona. Perché, soprattutto grazie ai social, in questi ultimi anni poter entrare in contatto con il tuo speaker preferito è qualcosa che ha avvicinato tantissimo i radioascoltatori. Vedere le foto, poterle commentare, ringraziarlo per l’intervento del giorno prima, sono modi per sentirsi parte delle sue amicizie.
Con l’avvento di internet sempre più impetuoso nelle vite di ciascuno di noi, con la possibilità di scegliere la propria musica su YouTube, un radioascoltatore potrebbe tranquillamente decidere una playlist per il suo viaggio, per supplire alle canzoni che magari non sono di suo gradimento. E’ proprio il contatto umano (che poi tanto contatto non è) con lo speaker a far sì che rimanga sintonizzato.
La tua voce, le tue esperienze, le tue risate non le passano su YouTube, per questo continueremo a rimanere fedeli alle nostre radio preferite.

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